Cambiano le regole per dimettersi dal lavoro. Dal 12 marzo, infatti, chi intenda lasciare al propria occupazione, dovrà necessariamente registrarsi al sito internet www.cliclavoro.it e richiedere il pin all’Inps; oppure dovrà rivolgersi a soggetti abilitati; sindacati, patronati, enti bilaterali e commissioni di certificazioni. La novità, che si applica anche in caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, arriva dal D.M. 15 dicembre 2015 che approva il modulo per le dimissioni e le risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro, gli standard e le regole tecniche di compilazione e trasmissione al datore di lavoro e alla direzione territoriale del lavoro, in attuazione della riforma del Jobs act. Il via libera alle nuove regole è fissata a partire dal 12 marzo 2016, cioè a partire dalle dimissioni e risoluzioni consensuali presentate da tale data.


Fatture con descrizione generica, detrazione a rischio. Se a una descrizione troppo generica della prestazione effettuata in fattura il contribuente non riesce a provare, documentalmente, il contenuto dell’operazione sottostante, il rischio di una rettifica dell’ufficio è tutt’altro che remoto, rettifica che potrebbe prendere di mira l’inerenza e la congruità del costo sostenuto, ma anche il diritto alla detrazione dell’Iva esposta nella fattura stessa fino ad arrivare, nei casi più gravi, alla contestazione perfino dell’esistenza e realtà della prestazione stessa.


La Garanzia giovani premia le assunzioni di tirocinanti. Si chiama superbonus occupazione e riconosce, appunto, un incentivo economico del valore tra i 3 mila e i 12 mila euro ai datori di lavoro che, dal 1° marzo al 31 dicembre 2016, assumono giovani Neet che stanno svolgendo o hanno già svolto tirocini avviati al 31 gennaio 2016. A stabilirlo è il decreto direttoriale n. 16 del 3 febbraio, pubblicato ieri sul sito della pubblicità legale del ministero del lavoro.


Niente penale se l’omesso versamento di ritenute è di ammontare inferiore alle soglie di rilevanza penale previste oggi per la configurazione del delitto di cui all’articolo 10-bis, D.Lgs. 74/2000, anche se il fatto è antecedente al 22 ottobre 2015 (data di entrata in vigore della revisione del sistema sanzionatorio penal-tributario operata dal D.Lgs. 158/2015). In tal caso il contribuente deve essere assolto dall’incriminazione con la formula di assoluzione piena «il fatto non sussiste». Questo quanto affermato dalla Corte di cassazione, sez. penale, nella sentenza n. 6105 depositata ieri.


Voucher fino a 9.333 euro negli enti non profit. Pur operando con partita Iva, infatti, non sono «imprenditori» puri, ai sensi dell’articolo 2082, cod. civ., né professionisti e, pertanto, a essi non si applica il limite di 2.693 euro annui all’utilizzo dei voucher. A precisarlo è l’Inps nel messaggio n. 8628/2016, «correggendo» la circolare n. 18/2012 del Ministero del Lavoro che, invece, aveva ritenuto esteso il limite inferiore a tutti i soggetti con partita Iva. Oltre agli enti non profit, sono fuori dal limite anche chiese e associazioni religiose, fondazioni, partiti politici, sindacati e condomini.


Non possono accedere alla Naspi i dipendenti di aziende con meno di quindici addetti che siglano una risoluzione consensuale con il datore di lavoro. Lo ha precisato ieri il ministero del Lavoro. In base all’articolo 3, comma 2, D.Lgs. 22/2015, la nuova assicurazione sociale per l’impiego «è riconosciuta anche ai lavoratori che hanno rassegnato le dimissioni per giusta causa e nei casi di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro intervenuta nell’ambito della procedura» prevista dall’articolo 7, L. 604/1966 come modificato dall’articolo 1, comma 40, L. 92/2012.


Sul canone rai nessun controllo automatico per chi ha iniziato a pagare con la bolletta dal 2016. E tantomeno nessuna autodenuncia dalla bolletta. Resta però la possibilità per l’Agenzia delle entrate di effettuare azioni di controllo per le annualità ancora non prescritte e negli ordinari metodi. Anche se la presunzione di possesso introdotta con la Legge di Stabilità 2016 opera per il futuro e «non può quindi essere utilizzata per eventuali azioni di controllo relative a periodi precedenti, fatte salve le azioni di recupero già intraprese sulla base della normativa in vigore anteriormente alla Legge di Stabilità 2016». Sono queste le precisazioni che arrivano dal viceministro dell’economia Enrico Zanetti.


Tutte le imprese individuali e le società devono avere un indirizzo pec e devono chiederne l’iscrizione nel Registro Imprese. La pec deve inoltre essere attiva. In caso di pec scaduta o revocata le imprese coinvolte avranno 30 giorni per comunicare al registro delle Imprese un nuovo indirizzo pec attivo. Decorso tale termine e effettuati gli opportuni controlli, l’ufficio trasmetterà al giudice del registro l’elenco delle imprese per le quali è possibile disporre la cancellazione della pec. Queste le istruzioni della Camera di commercio di Milano in merito alle poste elettroniche certificate delle imprese ma non più attive.


Per i voucher si profilano modalità più rigide di comunicazione elettronica per vincolare il buono lavoro alle ore di effettivo utilizzo, indicando una data di inizio e di fine della prestazione. I tecnici del Ministero del Lavoro, di palazzo Chigi e dell’Inps stanno monitorando il crescente utilizzo dei voucher. Ad annunciare un intervento è stato ieri il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. L’ipotesi di intervento prende spunto dalle modalità di comunicazione del lavoro a chiamata, con regole più stringenti sulla comunicazione telematica.